Pagina:Luigi Barzini - L'Argentina vista come è.djvu/169


errori e difetti dell’emigrazione italiana 159


folla aveva oltraggiato trascinandola nel fango — il Presidente del Brasile, Campos Salles, si è recato a Buenos Aires. Moltissime Società italiane con bandiera e musica andarono a riceverlo, qualcuna di quelle Società diede persino feste in suo onore, e alla sera le facciate delle sedi sociali furono illuminate. Un ricco signore italiano giunse persino ad offrire la sua casa per ospitarvi il Presidente brasiliano, offerta che, si capisce, venne senza indugio accettata. E come questo, troppi altri «omaggi» inconsiderati rendiamo. In tutto ciò vi è molta ingenuità, molta incoscienza, desiderio di far cosa gradita, entusiasmo impulsivo e incoerente. Siamo latini anche noi; una bandiera spiegata e un festone di lampadine elettriche bastano spesso a farci gridare evviva. C'è il buon cuore, il cuore italiano, perchè con quello si nasce e si muore, ma non c'è il carattere italiano, perchè il carattere si forma; e, disgraziatamente, in Italia non è popolarizzato il mistero della sua formazione. Le nostre masse povere che emigrano sono moralmente amorfe.



I danni che a noi derivano da questa emigrazione sono materiali e morali. I materiali: l'Italia che ha nell'Argentina più d'un milione dei suoi figli — ossia un quarto della popolazione della Repubblica — non contando i loro discendenti, non occupa nell'importazione di quel paese che il quarto posto, e il settimo nell'esportazione. I danni morali sono molto più gravi: laggiù si giudica del nostro paese in base all'emigrazione.

Gli Argentini stimano la Spagna perchè ne sono figli, l'Inghilterra perchè ne sono debitori, la Francia