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IL LAVORO ITALIANO

NELL'ARGENTINA.1

In una voluminosa pubblicazione, edita or sono tre anni per cura d'un Comitato della «Camera Italiana di Commercio» di Buenos Aires, pubblicazione di carattere ufficiale che è una specie di bilancio dell'opera nostra nell'Argentina, al capitolo dell'industria si legge:

«E noi (italiani) cerca questa ospite terra, alle nostre braccia si apre, e il nostro sudore domanda per fecondarsi. Noi abbiamo steso per tutte le linee di ferro; noi strappati i metalli alle vene delle roccie; noi staccati i marmi e i graniti dalle montagne e svelti i tronchi dalle radici; noi innalzate al cielo le moli dei palazzi e dei tempî; noi addolciti i costumi, infiorata la vita; dischiuse le intelligenze. Che ci manca? Il coraggio di dire di noi ciò che è nel pensiero di tutti e sulle labbra di molti!»

Sante parole!

Ebbene, abbiamolo una buona volta questo coraggio della verità, senza trepidare per suscettibilità offese e per risentimenti sollevati. Che è mai «nel pensiero di tutti e sulle labbra di molti?»

  1. Dal Corriere della Sera del 29 giugno 1902.