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106 l’argentina e gli italiani


del mundo» — la prima, si sa, è Parigi — e poco preme che le finanze si rovinino, che i debiti crescano in proporzioni spaventose. Nulla importa purchè «il gesto sia bello»! La collettività fa lo stesso lusso dell’individuo, sterile, inutile lusso, in modo assurdo e sproporzionato alla potenza finanziaria del paese.

L’apparenza è tutto. Quel serbatoio d’acqua potabile diventa quasi un simbolo: il simbolo della esteriorità argentina. Un ricchissimo sfarzoso castello scintillante di ceramiche policrome, all’esterno; all’interno... acqua potabile!

Non si fa del lusso in proporzione a ciò che si è, ma a ciò che si vuol parere; lusso esagerato negli edifici, negli arredi, negli abiti, in ogni cosa. Non si ha idea, per esempio, delle somme che si spendono laggiù per le toilettes. La stagione dell’Opera viene preventivata venti o trentamila pesos nelle famiglie della buona società. Nei negozî principali di mode si ottengono delle rivelazioni interessanti sulle spese femminili. Conti di quaranta e cinquantamila pesos sono pagati correntemente dalle signore, cioè volevo dire dai mariti, dell’aristocrazia portegna. Tutto quanto è moda costa caro perchè tutto è importato. Parigi, questa fata morgana dell’Argentina elegante, assorbe per le sue mode e i suoi gingilli, in proporzione, due volte e mezza più di ricchezza dal Sud che dal Nord-America. Ah! quella Parigi si è fatta una gran clientela di repubbliche, esportando i diritti dell’uomo e poi i.... cappellini della donna!

Non parliamo di quanto si spende in feste, feste pubbliche, private, religiose, di beneficenza; non parliamo del lusso nei clubs, nei teatri, in ogni dove. Vi è in tutto questo qualche cosa d’una immensa mise en scene; si sente il fittizio.

Le spese eccessive portano un dissesto endemico nei bilanci domestici, che vengono a rispecchiare così il bilancio dello Stato in proporzioni ridotte. Lo sperpero