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verso l’isonzo 29


ciapiede affocato passeggia il territoriale di sentinella, solo. Fischiano lo locomotive laggiù verso i dischi, sui binari abbacinanti, e il cannoneggiamento brontola dalla parte del Carso.


Il desiderio di tornare al fronte e comune a quasi tutti i feriti. È in loro la fede profonda e l’aspettativa della vittoria. Si rammaricano di esser portati via - «sul più bello», Sono presi dalla passione della battaglia, dall’istinto della lotta, sentono ardentemente tutta la grandezza e la giustizia sacrosanta della nostra guerra, ma sopra tutto hanno come il sentimento che «si ha bisogno di loro», la preoccupazione di un posto vuoto lasciato nelle file. È uno spirito straordinario di solidarietà, è un senso altissimo del dovere, che rivelano nella razza virtù guerriere d’una possanza insospettata.

All’ospedale di San Giorgio è ricoverato un soldato automobilista; conducendo la sua macchina, per evitare due cavalleggeri che chiudevano la strada ad una svolta, egli era andato a finire nel fossato, ferendosi contro al volante. Correva incaricato di una missione: ora il suo incubo è di compierla. Ha la febbre, non può muoversi dal letto, ma prega, scongiura medici e infermieri: «Bisogna che io vada, credete, è importante, lasciatemi andare, tornerò dopo...!». Questo senso di un dovere as-