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sulle pendici del carso 429


lumi spenti, pieno di uno scalpiccio di gente che passa e non si vede, di un sussurrìo di voci che pare vengano dai muri, in quelle tenebre strane nelle quali mormora una vita quieta, invisibile, cieca, fra quei portici che la risonanza sola rivela, per quelle strade opache e nere in fondo alle quali, come un punto di bragia, scintilla una lampadina rossa che tinge un angolo con un riflesso da laboratorio fotografico, per l’aria umida e fredda arriva spesso un rimbombare remoto, un brontolìo di tuono. Nessuno ci bada, il sussurrìo continua, la voce di un ragazzo si allontana cantando. Si ha l’abitudine. È la battaglia del Carso che rugge. È un passo avanti che si fa....