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410 sulle pendici del carso


Più in alto la boscaglia s’interrompe, riprende, lascia larghe zone nude, e forma sulle alture larghe macchie fosche di vegetazione arborea. È la forma di queste macchie che ha suggerito ai soldati nomi strani per località che non avevano nome, e alle quali la guerra dava un’importanza storica. Bisognava distinguerle, e si chiamarono Bosco Cappuccio, Bosco Triangolare, Bosco a Lancia, Bosco a Ferro di Cavallo. Quando il bollettino nostro ha annunziato la conquista del Bosco Cappuccio e del Bosco a Ferro di Cavallo, il comunicato austriaco ha potuto smentire recisamente la conquista con un argomento perentorio, inconfutabile e unico: Cappuccio e Ferro di Cavallo, mai esistiti.

E fra poco invece sarà il bosco scomparso e il nome che resterà. Perchè, come sul Mrzli, come sul Podgora, il cannone sfronda, scalza, schianta, incendia e abbatte. La spalla del monte appare nuda sotto ad un magro intreccio di ramosità intristite. La terra è sconvolta e rossastra, la roccia scheggiata ha biancori di neve, e i pochi alberi rimasti eretti, bruciacchiati dalle vampe, spezzati e stroncati, hanno l’apparenza scheletrica delle piante colpite dal fulmine.

Il Bosco Cappuccio, che pareva appunto un cappuccio di verdura sopra un cocuzzolo verso San Martino, è tutto lacerato ai lembi, lungo i quali si distendeva un possente trinceramento austriaco. Avanti, il terreno è nudo. È un pen-