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morale altissimo 15


L’odio verso il nemico antico, verso il nemico tradizionale, ridivampava. La Storia non si distrugge.

Ma l’attesa pesava.

C'era ancora come una recondita e vaga paura di essere trattenuti. Che cosa aspettiamo? — chiedevano i soldati, che sono semplicisti e che ritengono tutte le preparazioni complete dal momento che loro sono là. I campanili dei villaggi, le collinette che si levano come isolotti nella pianura, gli antichi spalti veneziani di qualche vecchia città, perfino l’alta spianata del Castello di Udine, erano sempre gremiti di soldati che contemplavano le terre italiane da liberare. Le contemplavano con amore, con passione, le prendevano con lo sguardo pensando all’irruzione imminente e all’urto delle armi che li avrebbe portati al possesso.

Si udivano esclamazioni ingenue e appassionate. Alcuni, ignari, arrivati al fronte per dovere, si accendevano a quella vista. Essa era come la visione materiale dell’ingiustizia. Quel profilo dell’orizzonte aveva al loro cuore qualche cosa di dolente; sentivano la Patria del di là, lacerata e oppressa. In quella linea azzurra di pianure che sfumavano nel mare, in quelle creste di monti lontani e diafani, in tutta quella terra dai nomi italiani e la fisionomia italiana, era una non so quale espressione indicibile di chiamata e d’intesa. Fra i soldati italiani