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398 | sull'isonzo e sul carso |
Guidati da un energico e intelligente ufficiale,
quando si sono accorti che erano abbandonati
alla loro iniziativa, si sono spostati sulla destra,
al coperto dei cespugli, lungo la riva, facendo
prigioniere delle vedette, sorprendendo dei corpi
di guardia, ed erano riusciti a raggiungere
le truppe che avevano occupato Fogliano, un
chilometro e mezzo a valle di Sagrado.
Il giorno dopo, il 24 giugno, si ricomincia. Non si può immaginare niente di più grande e di più terribile di questa ostinazione eroica, nella quale la volontà del comando e lo slancio degli uomini si fondono e sono come la forza e l’acciaio di un maglio che batta e che spezzi.
Si attese di nuovo l’ora oscura. I primi sbarchi avvennero nel silenzio. Il nemico non si aspettava un altro tentativo così immediato. Quando si accorse di un movimento sul fiume, incominciò un fuoco di artiglieria disordinato, un fuoco di ricerca. Le barche andavano e venivano sotto al lampo degli shrapnells. A poco a poco il tiro cominciò a farsi accurato. Qualche barca colpita tornava indietro, metteva a terra gli uomini feriti, ne prendeva altrettanti validi, e ripartiva col carico completo. Il bombardamento si faceva più intenso e più esatto. Nuove batterie nemiche entravano in azione. Delle imbarcazioni non arrivavano più a metà del fiume che dovevano virare per ricondurre dieci, dodici feriti. Alcune facevano