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una mirabile impresa guerresca | 397 |
puglia era preso. Vermegliano era preso. Seltz
era preso. L’offensiva rombava su tutta la fronte.
Con l’appoggio potente dell’ala destra, con
quell’ausilio formidabile sul fianco, si ripresero
nella notte del 23 le operazioni del passaggio
dell’Isonzo a Sagrado.
Si era scelto un altro punto, un poco più a monte dell’isolotto. La nostra artiglieria batteva la riva opposta con un fuoco intenso, e verso le quattro del pomeriggio incominciò il traghetto delle avanguardie. Lo svantaggio di agire alla luce del giorno era compensato dalla efficacia del nostro fuoco, che inchiodava il nemico. Non si poteva più sperare nella sorpresa notturna, e l’oscurità, paralizzando i nostri cannoni, sarebbe riuscita di maggiore utilità all’avversario che a noi. Furono sbarcati poco più di un centinaio di uomini. Ma dalle trincee blindate che ci stavano di fronte, alcune basse verso la riva, altre inerpicate sul declivio, la fucileria divenne serrata, violenta, continua. Non fu più possibile avvicinarsi con le barche piene di soldati. Per due volte, profittando dell’affievolirsi del fuoco, il traghetto riprende, e per due volte deve interrompersi. Il quarto tentativo del passaggio del fiume era fallito.
I centocinquanta uomini che avevano traghettato all’altra riva si ritenevano perduti, ma tardi nella notte si è saputo che erano in salvo.