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388 | sull'isonzo e sul carso |
operarsi indipendentemente senza appoggi sul
fianco, ai piedi delle alture, di fronte alle posizioni
nemiche. Bisognava fare un ponte e dar
battaglia nel medesimo tempo. Fu il 9 di giugno,
di fronte a Sagrado, che avvenne la prima
traversata del fiume. L’attacco premeva quel
giorno su tutta la fronte per inchiodare le
riserve nemiche; si combatteva sul Podgora,
si tentava il primo traghetto di forze a Plava,
si prendeva la Rocca di Monfalcone.
Le posizioni nemiche da Sagrado a Sdraussina sono bombardate; ma gli austriaci, al sicuro dagli assalti sull’altra riva, lasciano le posizioni battute per rioccuparle appena il cannone rallenta. Sagrado si addossa alle falde del monte, si rannicchia fra le pendici e il fiume, e da lontano il suo campanile pare come attaccato all’oscuro sfondo del declivio. Avanti al paese, il vecchio ponte distrutto dal nemico non è più che un cumulo di grandi macerie fra le quali l’acqua s’agitava a vortici e cascatelle scrosciando e spumeggiando. Un poco a monte di Sagrado, fra due rive folte di cespugli, il fiume forma un isolotto oblungo, cinereo, fatto di sabbie chiare e cristalline e di ghiaia. Questa località è scelta per il passaggio. Si considera più facile gettare due piccoli punti fra l’isola e le rive che non un solo grande ponte dove il corso del fiume è largo e unito. L’isolotto offre come una tappa, una base intermedia,