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un atto di sublime sacrificio 373


Ne è quasi un sobborgo, separato appena da un chilometro di strada e da un ponte. A Lucinico la battaglia ha infuriato.

Aprirsi un varco a Lucinico verso Gorizia voleva dire aggirare il Podgora, far cadere la possente difesa delle alture, voleva dire sfondare lo sbarramento frontale di Gorizia. Mentre il martellare degli assalti percuoteva e sfasciava successivi trinceramenti sul pendìo occidentale del Podgora, il nostro attacco, fiancheggiando a destra questa azione, si sferrò su Lucinico.

Le prime difese all’entrata del villaggio furono spazzate via. Successe un combattimento all’antica, da casa a casa, da angolo ad angolo, da porta a porta, una battaglia da pittura di guerra. Appena il villaggio fu nostro, cominciò il bombardamento austriaco, furibondo; tutto era fuoco e fumo; si udiva lo scroscio dei crolli dopo ogni esplosione; le macerie si sparpagliavano con una violenza da proiettili sollevando opachi e persistenti nembi immani di polvere, e alla notte, sopra a questo tumulto danzava il riflesso vivo e sanguigno degl’incendi. L’attacco continuava.


Le grandi opere di trinceramento preparate dal nemico erano al di là. Lavori in cemento, blindature in acciaio, linee successive di posizioni e di ostacoli, tutto quello che la scienza e l’esperienza hanno trovato di più