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372 | guerra d'assedio intorno a gorizia |
plano da guerra, che solca lo spazio a cento
o centoventi chilometri all’ora, ma lo costringe
a fuggire in elevazione, a cercare la salvezza
nelle altezze gelate dell’atmosfera da dove la
visione della terra si confonde e l’osservazione
perde accuratezza. Poi dei grandi uccelli tricolori
sono sopravvenuti. Alcuni tornavano dalle
ricognizioni e scendevano a motore spento
come scivolando vertiginosamente sopra un immenso
invisibile pendìo; altri si levavano allora
con un roteare largo e solenne. Per un
minuto il cielo è apparso tutto solcato dai voli.
Qualche boato profondo ha scosso l’aria, e nembi
densi e foschi si sono sollevati dalla terra.
Il nemico lasciava cadere delle bombe.
Voleva forse colpire dall’alto qualche convoglio che passava sulla strada vicina. Le bombe scoppiavano sui campi. I conducenti guardavano con indifferenza il fumo che scorreva sull’erba e tra i filari di alberi; il convoglio proseguiva con lentezza il suo cammino. Ad uno ad uno gli aeroplani sono scomparsi. Il cielo si è di nuovo fatto silenzioso e limpido. Abbiamo allora udito brontolare il cannone in fondo alla pianura, sulle lontananze azzurrognole del Carso.
Oltre Capriva, ai piedi del Podgora, vedevamo le case sventrate di Lucinico. Il bombardamento e gl’incendi vi hanno tutto diroccato e distrutto. Lucinico è così prossimo a Gorizia che, visto da lontano, si confonde con la città.