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l’eroica conquista di plava 357


Alle otto e mezzo del mattino la vittoria era completa. Avevamo la vetta di Plava definitivamente nostra. La lotta si riaccese poi ad intervalli. Truppe nemiche affluirono, le vicinanze si coprirono di trincee, delle artiglierie si concentrarono. Il giorno 19 subimmo due contrattacchi notturni. Il 20 tre contrattacchi notturni. Anche con forze superiori il nemico non si muove più che alla notte, ha perduto ogni fiducia nei contrattacchi dell’alba. Il 29, sempre di notte, contrattacco di masse, con artiglieria e mitragliatrici. Ogni tentativo austriaco è inutile. Ma la sua preparazione difensiva rende pure inutile qualsiasi azione nostra, anche di grande stile e con grandi forze, per allargare la testa di ponte, o meglio per servirci della testa di ponte al fine di irrompere e spingere l’offensiva verso obbiettivi più vasti e lontani.

Lentamente, un piccolo allargamento della testa di ponte è avvenuto. Dal 20 al 30 luglio abbiamo ripreso l’offensiva. Il cuneo del nostro fronte parte adesso da Globna e da Zagora, e copre bene gli allacciamenti sul fiume. Il sei agosto, l’otto, il dieci, il dodici, furibondi contrattacchi nemici si sono sferrati. Ora è la stasi, una stasi con cannoneggiamenti, fucilate, granate a mano, ma l’azione manca.

Verso Zagora, al sud, le trincee avversarie sono così vicine che, come sulla cresta di Luznica, le divide un solo reticolato comune. Da