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356 l’eroica conquista di plava


l’accordo per disciplina, portati dalla foga della lotta, avevano proseguito, soli, ignari della sosta; tornarono indietro nella notte. È un episodio minuscolo ma significativo, che descrive lo spirito del soldato nostro, il suo istinto della guerra, la sua indifferenza al numero, il suo senso di autonomia. Quando la battaglia spezza le sue formazioni e abbatte i suoi capi, quando si sbanda, si sbanda in avanti.


Siamo alla mattina del 17 giugno. Gli austriaci hanno ricevuto rinforzi numerosi durante la notte e si preparano al di là della vetta. Il nostro attacco è iniziato dalla colonna di sinistra. Appena i nostri sbucano dal bosco, il contrattacco austriaco si precipita. È formidabile, si tratta di una massa che si precipita con l’audacia di chi si sente superiore. Ma la battaglia è breve. Si è impegnata appena, che alla sua volta la colonna di destra emerge dal folto degli alberi. Prima che il nemico possa distaccare forze per trattenerla o fare una conversione per fronteggiarla, la nostra destra si slancia alla baionetta e lo assalta sul fianco. È stata la fuga, è stata la rotta, è stato lo sbandamento indietro. In altri tempi questo solo fatto avrebbe potuto costituire la vittoria definitiva di una guerra. Ma ora, un fantaccino sulla prima linea vive in un mese tutti i rischi, tutti i pericoli, tutti gli eroismi di un veterano della Vecchia Guardia.