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l’eroica conquista di plava | 347 |
Le informazioni che portò furono di enorme
utilità. Venne deciso di attaccare il monte sui
due fianchi, lungo due valloni quasi simmetrici
che sono uno a destra e uno a sinistra di Plava.
L’azione cominciò a giorno chiaro.
La difesa fu violenta ma breve. Si avanzò tra difficoltà gravi ma non insormontabili. Di slancio, le linee di trincee erano prese, successivamente. Si fecero duecento prigionieri. I cannoni austriaci, con un fuoco violento, battevano sopra tutto la spalla del monte, e più giù il paese, il fiume, la riva destra. Sarebbe stato impossibile mandare rincalzi se ve ne fosse stato bisogno. Ma le notizie che arrivavano dal combattimento erano buone. Con perdite lievi l’attacco proseguiva. A mezzogiorno la cima del monte era conquistata.
Subito i soldati, benchè stanchi, si misero al lavoro per fortificare la posizione. Alle trincee prese bisogna rovesciare il fronte perchè servano contro al nemico, il parapetto diventa la spalla e la spalla il parapetto. È un duro lavoro che l’urgenza rende affannoso. I nostri erano intenti a questo consolidamento, quando gli austriaci hanno fatto un ritorno offensivo. Il combattimento si è riacceso; è durato qualche tempo. Un accenno di assalto alla baionetta ha ricacciato indietro i nemici, senza però farli desistere interamente. Essi, probabilmente, non avevano altro compito che quello di te-