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346 l’eroica conquista di plava


bombardamento fu violento e preciso. Regolato con esattezza sulla posizione del vecchio ponte, esso colpiva in pieno. La passerella rimase spezzata. Un’altra giornata trascorse nell’inazione forzata, senza nessuna notizia degli uomini traghettati alla sera, e con la certezza di trovare il nemico sempre più rafforzato. Per la forza dell’inevitabile la sorpresa, l’elemento primo di un successo facile e pieno, era mancata. Non so fino a quanto si facesse assegnamento sulla sorpresa, ma è evidente che se fosse stato nelle possibilità umane il compimento del ponte nella prima notte, l’attacco di Plava avrebbe potuto avere nella guerra una influenza profonda, penetrando ben oltre i limiti di una testa di ponte.

Si ricorse, nella notte successiva, ad un altro mezzo. Si fece il così detto «ponte girevole». Il ponte girevole non è altro che una piattaforma sostenuta da due barche, assicurata alla riva con una lunghissima corda e lasciata alla deriva. Con il movimento di un remo messo a timone, per effetto della corrente, la grande zattera, come un pendolo orizzontale, se si può dire così, può andare e venire da una riva all’altra. La piattaforma portava una cinquantina di uomini alla volta. In quella notte, finalmente, due battaglioni passarono.

Ritrovarono sulla sponda sinistra la piccola forza sbarcata la notte prima. Si era trincerata aspettando, e teneva già un lembo di altura.