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le fasi della guerra intorno a tolmino 333


Durante la giornata del 16 agosto furono presi prigionieri 17 ufficiali e 547 soldati. Mitragliatrici, fucili, munizioni, formarono un rilevante bottino. Un reparto arrivò finalmente ad espugnare le estreme trincee, quelle della vetta di Santa Lucia, che girano intorno a due cucuzzoli simili alle due larghe gobbe di un cammello gigantesco.

Allora cominciò la tempesta delle artiglierie austriache. Non meno di quaranta cannoni concentravano un fuoco spaventoso sulle sommità del colle. Non vi era tempo per costruirsi dei ripari; bisognava ritrarsi dal costone più esposto. Ma ci tenemmo saldamente sui fianchi delle alture, dove ora si vedono serpeggiare i solchi profondi dei nostri trinceramenti, ai quali salgono strani viottoli di approccio. Gli austriaci rioccuparono le vette. Le loro trincee sono ad un centinaio di metri dalle nostre.

La vera forza di resistenza del nemico è nel cannone. La sua fanteria non si mantiene che nei punti sui quali la sua artiglieria può battere. Gli austriaci hanno dovuto abbandonare sempre i declivi per reggersi sulle creste. Dove le loro granate non arrivano, la loro difesa sparisce.

La battaglia continuò il giorno 17. Qualche nuova trincea fu presa. Altri duecento prigionieri vennero catturati. Ma la lotta più che di attacco era di consolidamento, di sistemazione, di preparazione. Violente avanzate nemiche