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8 al fronte


spontaneamente dalle masse armate, come si leva l’ululato dalla tempesta. Sono arie primitive rese fiere dalla bufera delle voci, sono rozze strofe ma impetuose e solenni come un muramento.

Andiamo in guerra
Tuona il Cannone
Trema la terra
Ma il nostro sangue non tremercà!

ho udito cantare in una stazione, da un treno in partenza, mentre un altro più lontano urlava:

Noi vogliam la libertà.
Noi vogliam la libertà!

E tutta questa gioia superba e gagliarda arriva alle prime linee, arriva al combattimento.

La lotta è apparsa subitamente come una non so quale terribile e magnifica festa. Tutti vorrebbero essere avanti, più avanti. Il rombo delle cannonate è una voce che chiama. Quelle unità che entrano nell’azione, vanno come se non avessero mai fatto altro, superbamente.

L’anima vera delle varie genti italiche si rivela in un fulgore nuovo. Un soffio d’eroismo l’ha accesa. È tutta la giovinezza della Razza che ritorna e fiorisce come una primavera. Nell’alterna vicenda della storia un grigio inverno è ora finito. Sono dimenticati i lunghi geli e i gravi torpori. Il vigore trionfale d’Italia erompe, pieno di una formidabile poesia. Lassù, fra le truppe, è una serenità ardente.