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le fasi della guerra intorno a tolmino | 329 |
parte della vicina frontiera nulla si fa, neppure
una strada, se non c’è il definito progetto di
servirsi e presto di tutte queste opere.
Nel nostro giro sul fronte, quello che ci ha più fatto pensare, oltre alla guerra che si combatte, è la guerra ben più terribile, la guerra spaventosa, atroce, sproporzionata, disperata che si sarebbe combattuta se gli eventi non avessero dato a noi la scelta del momento, se non fossimo stati noi a gettare il guanto e varcare le frontiere, se lo sconvolgimento dell’Europa non fosse venuto a destarci. Bisogna vedere per comprendere. Per difficile che sia la guerra d’oggi, noi dobbiamo benedirla perchè ci salva dai disastri immensi la cui preparazione, che è ora tutta sotto ai nostri occhi, ci cingeva a poco a poco mentre noi dormivamo sognando la pace perenne. La guerra era inevitabile, era decisa: dovevamo farla o subirla.
Non conoscevamo esattamente il valore combattivo di Tolmino. Iniziate le ostilità, le nostre truppe occuparono le alture fra lo Judrio e l’Isonzo e dalla cresta videro, come noi l’abbiamo visto, Tolmino in basso, con la sua pesante avanguardia di edifici governativi, e la folla gaia delle sue case, raccolte fra recinti d’orti, in un verdeggiare di frutteti. Subito, le colline di Santa Maria e di Santa Lucia tuonarono; incominciò un fuoco di medi calibri invisibili, introvabili, che battevano le nostre alture. Continuano ancora, a intervalli.