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328 nell'alta valle dell'isonzo


sonzo, ma in due punti il fiume si discosta subitamente, si nasconde dietro ad alture isolate, fa un gomito per mettere fra noi ed un tratto del suo corso la barriera di quei piccoli nodi montuosi, una barriera che cela e protegge ponti e strade. Presso Tolmino sono le colline di Santa Maria e Santa Lucia; presso Gorizia sono le colline di Podgora, di Oslavia e il monte Sabotino. Il nemico ha fortificato formidabilmente questi due aggruppamenti di alture al di qua dell’Isonzo, che gli danno il possesso di paesaggi sul fiume, che sono centri poderosi di difesa e basi possibili di offesa.

Perchè è all’offesa che il nemico pensava prima di trovarsi costretto a difendersi. Basta vedere Tolmino per riconoscervi una di quelle forti basi d’avanzata che l’Austria aveva preparato un po’ per tutto sulle nostre frontiere, con una larghezza di mezzi, con una profusione di milioni, con un’attività, che dimostrano un piano preciso e una volontà senza indugi. Noi non avevamo niente al di qua; Tolmino fronteggiava delle valli aperte, che convergono verso Cividale, scendendo alla indifendibile pianura friulana.

Non si costruiscono tre grandi ponti per un paesello, non si erige una vera città di caserme e di depositi, con panifici ed ospedali da metropoli, non si fanno centinaia di chilometri di strade militari, non si trasformano montagne in fortezze, sopra tutto quando dall’altra