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284 dove il combattimento non ha soste


bronzato, inselvaggito, guerriero, esprimeva la più serena indifferenza. Due di loro si sono fermati a parlare e la buffata d’un colpo vicino non ha interrotto il loro discorso.


In quello stesso giorno, sul Pal Piccolo cadeva ucciso Ruggero Fauro.

Abbiamo contornato le spalle del Pal Piccolo. Un minuscolo accampamento era tutto intento alle sue faccende. Qualche shrapnell è scoppiato ancora, in alto, sul bordo della parete rocciosa, sferrando le sue pallette con un lamento da frusta agitata. Poi i rombi e gli echi si sono andati calmando. Un silenzio solenne si andava ricomponendo sui monti. Mentre raggiungevamo la valle di Montecroce, ancora un colpo ha tuonato, un’ultima granata è esplosa sulla cima del monte Tierz. Ha avuto il rimbombo cupo di una grande porta, che si chiuda, di una smisurata porta dal battente di bronzo, serrato con impeto sulle risonanze profonde di un tempio favoloso.

Agli sbocchi delle valli verso i quali viaggiavamo, nel violaceo declinare del giorno, gli antichi castelli che guardano da tanti secoli le soglie d’Italia profilavano le loro torri merlate, al di sopra delle vecchie cittadine guerriere, semplici, oscure, dalle cui case medioevali sono uscite tante fiere generazioni di difensori della Patria. Tolmezzo, Venzone, Gemona.... La loro storia è una storia di continua lotta contro