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268 dove il combattimento non ha soste


guinosi e inutili. L’8 luglio tentavano ancora la conquista dello Zellonkofel. Il 10 si volgevano al Pal Grande, di notte. All’alba contrattaccavamo noi e prendevamo un’altra trincea. Il giorno dopo avanzammo ancora un poco verso l’Anger. Il 14 luglio, nuovo assalto generale austriaco di tutte le posizioni. Era un giorno tenebroso, nebbioso, freddo, e per due volte l’offensiva nemica salì sullo Zellonkofel, sul Pal Piccolo, sul Freikofel, sul Pal Grande, sull’Avostanis, a infrangersi sulle nostre baionette. Poi il 27 luglio, il 30 luglio, il 7 agosto, il 14 agosto, giorni di battaglia. Di ogni attacco nemico noi abbiamo profittato; la controffensiva ci ha permesso sempre di migliorare la linea di resistenza; prendevamo una balza, una gola, un costone. E la lotta prosegue, ora furibonda ed ora stanca, ad una distanza da sassate, con lanci di bombe e d’ingiurie.

Questo è il fronte verso il quale salivamo lentamente dalla valle di Montecroce.


Salivamo verso le posizioni dalla valle di Montecroce, sul cui fondo venivano a cadere dei colpi destinati alle retrovie, i quali aprivano sui prati, dall’altra parte del torrente, lacerazioni oscure.

Ogni quattordicesimo giorno del mese è, per ragioni misteriose, un giorno di furore austriaco in quel settore. Assistevamo alla quarta celebrazione di questa data. Il tempo limpidissimo