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la lotta dei colossi 237


tere non fanno altro. La lotta delle artiglierie s’inizia sempre contro gli osservatorî. Durante il bombardamento del forte Hensel i nostri posti d’osservazione erano come in un terremoto. Non furono mai toccati, ma le rocce intorno sono tutte spezzate dai colpi, che pareva dovessero svellere i rifugi da un momento all’altro.


Sempre in Val Dogna, scacciato lo sguardo nemico dal Montasio, non ci sentivamo ancora interamente padroni nella casa nostra. Il nemico si affacciava ad un altro punto, ed ogni movimento importante era impossibile oltre Pleziche, alla metà della valle. Bastava che qualche soldato passasse fra le boscaglie nel fondo della gola, perchè uno scoppiare di granate chiudesse il passo. Gli austriaci erano sulla Forcella del Cianalòt. Questa volta non si trattava di un osservatorio soltanto.

Passato Pontebba, la valle del Fella, che la ferrovia percorre, dopo aver risalito gli ultimi lembi montuosi dell’Italia, da sud a nord, varcata la frontiera volge nettamente verso l’oriente. Parallela e vicina a questo tratto austriaco della vallata del Fella corre la nostra Val Dogna. Lo spartiacque fra le due valli segna il confine. È tutta una lunga cresta aspra, nuda, cinerea, che irrompe maestosamente dagli ultimi prati e gli ultimi boschi. Verso le vette salgono rari e rudi sentieri che, scaval-