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236 | la lotta dei colossi |
la vallata del Fella in territorio nemico, abbiamo
potuto distruggervi forti e ridotte, la
teniamo quasi senza possederla, soltanto perchè
possiamo guardarla. Per avere un’idea dell’azione
delle moderne artiglierie, non bisogna
dimenticare questi loro nuovi organi indispensabili:
gli osservatorî.
Ogni batteria ha una sua rete telefonica, lunga decine e decine di chilometri. Sono i suoi nervi. Il cannone non potrebbe più vivere senza il telefono. Ha bisogno di stendere molto lontano i tentacoli segreti della sua sensibilità. Corrono sulle rocce, sugli alberi, sull’erba dei prati, ora distesi sopra isolatori, ora gettati frettolosamente sulla terra e sui roveti, i fili elettrici ai quali il rivestimento nero dà un’apparenza da miccia. S’incrociano, si scavalcano, s’intersecano in ogni direzione. Un dialogare perpetuo va per monti e per valli fra le batterie e le vedette.
Quando il bollettino ufficiale ci parla di intensi bombardamenti, noi non pensiamo agli uomini spintisi avanti, rannicchiati al riparo di minuscole barricate di sassi, intenti a giudicare, calcolare, scrutare, riferire, freddi, calmi, maneggiando delicati strumenti come in un gabinetto di fisica, mentre intorno a loro è un inferno di esplosioni. Il fuoco nemico li cerca.
Cerca loro prima di ogni altra cosa. Li cerca con urgenza, con furore. Delle batteriein-