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232 la lotta dei colossi


una nave che va a picco. Il forte sprofondava.

Gli austriaci adunarono in fretta batterie in quel settore. Le pendici settentrionali della valle di Malborghetto nascondono numerose posizioni di artiglieria pesante e di medio calibro. Vi sono dei 105, dei 110, dei 115, dei 210, e vi è anche un 305. Il nemico ha temuto forse uno sfondamento delle sue linee verso il nodo stradale di Tarvis.


Le nostre batterie sono così nascoste che avviene spesso di passarvi vicino senza vederle. La loro presenza è annunziata da bivacchi, fumiganti di cucine come immensi campi di tribù zingaresche, da affollamenti di artiglieri fra tende e baracche disseminate in selvaggi angoli di valli, da un movimento più attivo di carreggi e di salmerie nelle retrovie, da parchi di furgoni e di pesanti carrelli da trasporto, da file di muli e di cavalli alla corda nereggianti sotto a lunghe tettoie nel greto di qualche torrente. Sui veicoli, sui tetti, sulle tende tutto un intreccio mascheratore di fronde ha un’apparenza di addobbo rustico che rallegra come il preparativo di una strana e primitiva festività montanara. Quando si arriva a questi centri di attività, adornati spesso da bizzarri giardini, con viali e aiuole nelle quali delle pietre colorate, disposte ad arte, sostituiscono i fiori per formare disegni, e si-