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nella valle di sexten | 219 |
ca ed hanno dall’altra parte un dorso accessibile.
Il Cavallin, una delle gigantesche pietre
miliari della frontiera, non ha grande importanza
perchè non domina alcun valico di qualche
entità e non può molestare direttamente
le nostre operazioni. Ma fissa, abbarbica su
quel punto del confine l’occupazione austriaca,
ed è sul fianco destro della nostra direttiva
nella valle di Sexten. Non ci nuoce, ma ci minaccia.
Ha una forma quasi simmetrica: due cime, due torrioni, e fra loro una profonda insellatura nel mezzo della quale bruscamente irrompe una guglia. Le pareti sono a picco; non si scorge da lontano alcuna via di accesso. Soltanto delle ricognizioni, in forze più o meno importanti, partite dai costoni del Quaternà, si sono avvicinate alle posizioni austriache del Cavallin per studiarne gli approcci. Ardite e magnifiche spedizioni! Talvolta sono arrivate fin sulle trincee del nemico. Come? Il racconto delle loro gesta sembra una leggenda.
Scalare la parete è impossibile. Le ricognizioni salgono per i canaloni, s’inerpicano sui macigni crollati nelle fenditure, vanno su per veri corridoi fra pareti di roccia che numerose mitragliatrici austriache spazzano al minimo allarme. Nel cuore della notte gli eroici reparti esploratori avanzano. Le trincee nemiche si distendono sui ciglioni, sono annidate in sporgenze della roccia agli accessi dei canaloni. Ogni