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214 | nella valle di sexten |
Eravamo in osservazione nella radura erbosa di un bosco idi abeti, e lo sfondo della vallata si apriva luminoso entro una oscura cornice di tronchi le di fronde. Non potevamo scorgere Sexten, nascosta dal giro della valle. Il bombardamento che ha demolito i forti ha danneggiato anche la cittadina pittoresca, che rimane sempre un centro importante per le operazioni austriache. Gli abitanti si sono ritirati a Innichen, e i militari si sono sepolti in profonde casematte. A Sexten si allacciano le comunicazioni telefoniche degli osservatori del nemico e quelle delle batterie. La centrale telefonica è un sotterraneo, invulnerabile, scavato in un prato, coperto di zolle, una specie di cantina alla quale giungono i fili entro cavi sotterrati.
Il Seikofel sollevava fra le pendici la sua larga groppa tondeggiante e fosca. È una collina formidabile chiomata di boschi. Soltanto sulla vetta, il bombardamento e i lavori di fortificazione hanno diradato la selva. C’è una specie di calvizie incipiente sulla sommità dell’altura, e si intravvede il fulvo colore della terra scavata fra le grame alberaglie rimaste. Gli austriaci vi avevano già abbattuto alberi per adoperare il legname nelle opere di rafforzamento; il cannone ha falciato il resto. Si scorgono dei sottili intrecci di tronchi inclinati o caduti.
Come sul Monte Piana, la cima non appar-