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208 nella conca d’ampezzo e intorno al lago di misurina


quale atmosfera di silenzio come si porta l'aria fredda entrando dall’aperto in inverno.

Passano settimane lassù senza udir nulla, nella quiete morta delle cime. Soltanto alla sera, le truppe che stanno verso il passo di Falzarego e che hanno di fronte delle forze trincerate, nell’ora del tramonto sentono squillare le trombe del nemico. Il suono ha una ripercussione prodigiosa nell’aria cristallina. Le trombe suonano una musica solenne, sempre quella, come se fosse la preghiera dell’Ave Maria. È il Deutschland über alles.

I nostri lasciano finire il suono delle trombe, e poi cantano in un coro tremendo l’inno di Garibaldi. In quel momento i soldati, che sono stati rintanati fino allora, non si tengono più, balzano in piedi, allo scoperto, urlando: «Va fuori d’Italia, va fuori straniero!» Gli ufficiali redarguiscono: — Giù perdio, coperti, giù!

Lo straniero manda invariabilmente una scarica di fucilate che lampeggiano sul bordo d’un ciglione. Poi l’oscurità e il silenzio si richiudono, e la lunga profonda notte comincia.