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e intorno al lago di misurina 205


villeggiature, hanno bruciato tutto, facendo un danno di circa sedici milioni.

L’albergo di Misurina, tutto chiuso, con quella gran ferita nera, si specchiava nel lago. Non si vedeva nessuno. Sulla strada deserta un soldato solo passava lentamente. Una pioggia sottile cominciava a cadere, gelata, e spandeva il suo fruscìo monotono e vasto. Un colpo di cannone ci avrebbe fatto piacere come una voce.

Cortina invece ci è apparsa sorridente, incantevole, in un giorno di sole, con le sue casette bianche posate sui prati folti con un pittoresco disordine come fossero tolte allora da una scatola di giuocattoli nuovi.

L’abbiamo vista come la vedevano i touristes. Dall’alto delle prime giravolte della strada delle Dolomiti ammiravamo il paese sotto a noi, e dimenticavamo quasi la guerra. Vi era una non so quale serenità anche in basso, una serenità della terra, una contentezza tranquilla e profonda. Si udiva appena, come un tuono remoto, lo scoppio di qualche granata sul Cristallo. Dalle Tofane scendeva di tanto in tanto il rumore sordo e lontano di un colpo di fucile. Ma una persona ignara non avrebbe mai immaginato che a ponente, a nord, a nord-est si stendeva un fronte di battaglia, e che tutte quelle fantastiche vette luminose infarinate dalla nuova neve, striate di candori, alleggerite da quella sottile variegazione di bianche evane-