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prefazione | xix |
L’Austria non ha fatto in tempo a difendere efficacemente il Pasubio, come non ha fatto in tempo a difendere l'Altissimo, e il Corada, e il Quarino, e il Medea, e tanti altri monti e passi e selle e varchi, sui quali si è insediata fulmineamente la nostra fronte, solidificandosi. Non è stata sorpresa dalla guerra l’Austria, oh no!, ma è stata sorpresa dalla rapidità del movimento.
Non si aspettava il balzo immediato in avanti, che ha portato subito la guerra sulle sue seconde linee. Ha sbagliato i calcoli del tempo, ha commesso un errore di quindici giorni — errore che poi le inondazioni e le piene immobilizzandoci hanno in parte corretto. L’Austria si basava sui dati da lei conosciuti della nostra organizzazione militare, per concludere che la nostra mobilizzazione e la concentrazione del nostro esercito necessitavano un mese di tempo. Questa almeno era l’opinione più volte espressa dallo stato maggiore austriaco. Sapendo che la mobilizzazione era già in corso col sistema delle chiamate personali, l’Austria credè di essere nel giusto riducendo il tempo della metà. Alla dichiarazione di guerra suppose che le operazioni attive sarebbero cominciate verso il sette di giugno. A dire il vero, il calcolo