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sulle vette dell'alto agordino 183


dato e ammazzarono l’ufficiale. Il plotone non pensò a ritirarsi. Si difese con rabbioso accanimento, e quando sentì gli austriaci vicini, balzò fuori alla baionetta. Non si resero conto del numero dei nostri, i nemici; la resistenza li aveva ingannati. Al contrassalto fuggirono lasciando anche alcuni prigionieri. Questo avvenne nella notte del 28 luglio.

Due giorni dopo tornarono in forze. Avevano persino appostate delle artiglierie al Colle Ombert, i cui colpi passavano sulla cresta di Costabella. Ma furono respinti.

Alle volte sono i nostri che immaginano qualche spedizione, che architettano un colpo; tre o quattro soldati studiano il loro piano, vanno ad esporlo all’ufficiale per l’approvazione, e felici se ottengono il permesso di attuarlo partono al cadere del giorno.

Profittando della inaccessibilità di un punto, sotto alla Costabella, al quale soltanto dal lato austriaco si poteva arrivare, una pattuglia nemica vi si era appostata. Tre soldati nostri pensarono di andarvisi a calare con delle corde da un ciglione soprastante. E alla notte gli austriaci sbalorditi si videro comparire addosso un luccicore di baionette, al quale ritennero prudente di presentare le mani levate e inermi, col gesto tradizionale della resa.


Sono valorosi gli austriaci, ma non insistono. Hanno l’eroismo sobrio, e qualche volta