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178 sulle vette dell'alto agordino


volta del vecchio cappotto azzurro, caro al nostro ricordo.

È forse per colpire qualche nostra stazione di rifornimento, qualche centro di tappa, qualche grande convoglio in marcia, che gli austriaci allungano i tiri indiretti dei loro medi calibri in cerca delle nostre strade in fondo alle valli? Essi hanno il colpo facile. Tirano appena vedono la più piccola cosa, e anche se non la vedono: basta che la immaginino. Certo non mancano, all’apparenza, di munizioni. Non proporzionano mai il costo della cannonata al valore del bersaglio. Quando possono, tirano con l’artiglieria anche sopra un uomo solo e sulle case abbandonate.

Dalla vetta del Col di Lana essi piombano lo sguardo nella valle italiana del Cordevole, e ogni tanto, come anche il comunicato ufficiale ha annunziato, vi fanno arrivare qualche grossa granata dalle vicinanze di Cherz, cioè da una dozzina di chilometri, senza una ragione evidente. I colpi passano su delle vette boscose, infilano una gola, e vengono a cadere nelle vicinanze di Caprile, un paesello sull’antica frontiera, alla confluenza del Fiorentina col Cordevole.

Vengono a cadere a piombo, con un gran frastuono di echi nella piccola conca che si apre intorno al paese. In una balza, a mezza costa, in alto sopra al villaggio, c’è un edificio bianco, che era un modesto albergo «Bel-