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sulle vette dell'alto agordino | 177 |
tano delle grandi striscie grige o nere che si
prenderebbero per ammassamenti regolari di
truppe in rango. I rifornimenti si accumulano
a montagne in magazzini che sembrano quelli
di un porto. I vecchi paeselli vicini, i veri, non
sembrano più che dei sobborghi in muratura
delle città di legno, sobborghi pieni anche loro
di un grigio affollamento di soldati e trasformati
in sedi di uffici, di comandi, di ospedaletti.
Queste zone sono il dominio della Territoriale. La milizia territoriale è per tutto, fa di tutto, s’incontra nelle retrovie e qualche volta anche sulle posizioni, ed ha preso alla guerra un’aria marziale di Vecchia Guardia, rigida alla consegna. Ai ponti, a certi passi, c’è sempre una fiera sentinella dai grandi baffi, con qualche capello grigio sulle tempie, vestita spesso di quell’uniforme pelosa color tabacco che la guerra ha fatto scaturire non si sa da dove, armata di un fucilone che aumentato da una baionetta di quattro palmi pare una lancia, una sentinella inappuntabile e grave, che ferma inflessibilmente anche il generale e domanda il salvacondotto. Sono dei territoriali che, a passo lento, muniti di pungolo, conducono le mandrie dei buoi; e sono territoriali i carrettieri che vanno al sole e all’acqua su tutte le strade maestre, seduti in cima ad un carico di munizioni o di galletta, coperti tal-