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fra i torrioni delle dolomiti | 169 |
zioni geologiche dà un’apparenza di costruzione
favolosa, di cose volute, di edifici incomprensibili
e immani eretti per sovrapposizione di
pietre a ranghi, come l’uomo erige le sue mura
minuscole e presuntuose.
Canaloni creati dall’allargarsi di spaccature profonde chilometri, offrono i rari e difficili accessi alle altezze; le frane dei detriti vi hanno formato come delle sterminate cateratte cineree e immobili. Su quelle cateratte la nostra fanteria s’inerpica, e a poco a poco si scorgono i sentieri che essa vi traccia, sottili, tortuosi e scoscesi.
È impossibile descrivere, ed è difficile capire la nostra azione in quel labirinto infernale, in quel paesaggio da tregenda. Fra il gruppo delle Tofane e l’Averau passa la continuazione della strada delle Dolomiti che va a Cortina. Verso l’oriente, in fondo ad un allargamento lontano e luminoso di vallate, vedevamo un po’ di verde, un po’ del mondo nostro, e nel verde una deliziosa cittadina che pare fatta di ville: Cortina. Dalla parte opposta, una barriera maestosa e orrenda di vette, sorelle delle Tofane, un caos di punte aguzze che la strada valica ad una depressione, detta il passo di Falzarego. Il gruppo delle Tofane è traversato da nord a sud dalla gola di Travenanzes, nella quale abbiamo fatto numerosi prigionieri. Quasi tutte le strade sono in mani nostre.
Ma le occupazioni delle vette s’intrecciano.