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prefazione xiii


grandezza che non aveva mai avuto in mezzo alle nazioni in pace. L’Italia ha conquistato una posizione morale inespugnabile.

Certo i progressi della nostra offensiva possono sembrare lenti a chi non li considera in loro stessi e guarda sulla carta la distanza tra il fronte attuale e gli obbiettivi finali della guerra. Ma un grande, prezioso obbiettivo la guerra ha già raggiunto: quello di aver chiuso la porta di casa nostra, della quale il nemico teneva disserrati i battenti spingendo un piede sulla soglia. Non soltanto noi combattiamo oltre le vecchie frontiere, non soltanto risparmiamo al suolo nazionale gli orrori e i pesi della lotta, ma siamo arrivati ad insediarci quasi per tutto su posizioni dalle quali possiamo contemplare con tranquillità la prospettiva di una potente offensiva nemica. Non si passa più facilmente. Un terribile incubo è finito.

Il Paese non sa fino a quale punto l’invasione austriaca fosse preparata. Percorrendo la fronte, attraverso le terre conquistate, si ha per tutto lo spettacolo degli apprestamenti austriaci contro di noi, e si prova qualche cosa che somiglia a quelle paure postume che assalgono chi si accorge di essere scampato da un pericolo mortale. Già la vecchia frontiera per sé