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una maestosa battaglia di fortezze 141


azioni di grosse artiglierie sull’altipiano di Asiago e sul monte Lavarone. Sono i forti di Luserna, di Belvedere, di Spitz Verle, di Busa Verle, che guardano principalmente la valle dell’Astico, la più facile delle vie secondarie fra l’Adige e il Brenta.

Subito, al primo inizio della guerra, incominciò il duello gigantesco dei forti. Varcata la frontiera occupammo di sorpresa il monte Lavarone, sovrastante dal nord l’angusta valle dell’Astico, e lo guernimmo di grossi cannoni. Il 28 maggio il bombardamento era già così intenso, tanto dalle nuove batterie del Lavarone quanto dai nostri forti permanenti annidati più a oriente fra le vette dell’altipiano di Asiago, che il vigore delta difesa austriaca dalle fortezze corazzate declinava su certi punti. I nostri tiri bene aggiustati tempestavano specialmente il forte Luserna, il più vicino, che, sconvolto dalle esplosioni delle grosse granate, alla mattina del 29 non rispondeva già più. Le sue cupole d’acciaio erano demolite, tutto pareva in rovina.

Verso mezzogiorno si vide sorgere una bandiera bianca sul forte austriaco sbrecciato e silenzioso. Un evviva echeggiò sulle vette italiane a questo segno di resa. Ma subito dopo il forte scomparve in un fumo di esplosioni. Era il forte austriaco di Belvedere, più lontano, che apriva il fuoco sul Luserna per punirlo d’avere issato bandiera bianca. Il 3 giu-