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tra le balze dell'adige 133


mente osserva: «Tante altre donne avrebbero fatto lo stesso nelle mie circostanze».

«Non ha avuto neppure un momento di paura?» — le ho chiesto conversando con lei proprio sull’alto della posizione alla quale essa aveva guidato le truppe, dopo essermi fatto narrare la scena. «Non ci pensavo — mi ha risposto, — ero così contenta. E poi i soldati erano tanto calmi, allegri, che pareva che non ci fosse nessun pericolo».

Dopo un istante, sorridendo ha soggiunto: «Quando ridiscesi, passando dietro alle file che facevano fuoco, i soldati si voltavano a salutarmi e a dirmi dei complimenti....» In pieno combattimento, fra una fucilata e l’altra, mentre qualche cadavere insanguinava già le rocce, i combattenti lanciavano l’omaggio di una frase ammirativa alla gioventù e alla freschezza femminili che passavano. C’è tutta l’anima italiana in questo particolare pieno di eroismo e di galanteria.

Il piccolo combattimento di Ala fu definito dall’artiglieria. La batteria che accompagnava la colonna alla destra dell’Adige fu portata avanti e dall’altra parte della valle scacciò gli austriaci a colpi di shrapnells.


Da Ala la nostra avanzata ha raggiunto senza contrasti le posizioni solide che teniamo, di fronte alla montagna di Biaena, della quale gli austriaci hanno fatto tutta una immane fortezza.