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132 tra le balze dell'adige


preceduta da una bianca figurina di donna, salire curva da un pianerottolo all’altro per ripide scalette di pietra. Con un breve schianto le pallottole entravano nel tronco degli alberi. Gli austriaci conoscevano quell’accesso e lo vigilavano. Si accorsero subito della scalata. Dai vari ripiani i nostri cominciavano il fuoco, nascosti fra le piante.

Poco dopo anche il generale, cercando un sentiero che aggirasse la posizione nemica, saliva da altra via la costa, esplorando lui stesso, come sempre, seguito da un plotone. Arrivò in un punto scoperto, preso d’infilata. L’avevano visto; il piombo austriaco grandinava sulla roccia. I soldati esitarono un istante e si gettarono istintivamente a terra, ai lati del sentiero. Cantore rimase in piedi, la faccia verso il nemico, immobile sopra una sporgenza della roccia, impassibile come una statua. Poi chiese un fucile, e lentamente, con un’attenzione da tiratore al bersaglio in un giorno di gara, cominciò a far fuoco. Non gridò ordini, non disse nulla, ma un minuto dopo tutto il plotone, calmo, aveva preso posizione intorno al generale e nulla più lo mosse.

Due settimane fa, nella mattinata della domenica, in mezzo ad un quadrato di truppe che presentavano le armi, la signorina Maria Abriani, l’eroica guida, ha ricevuto la medaglia al valor militare, come un soldato. Essa ne è fiera, ma a chi si congratula con lei, modesta-