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tra le balze dell'adige | 131 |
la corte, inaspettato, risuonò un grido di entusiasmo,
un grido di donna: «Avanti, avanti,
viva l’Italia!» E una ragazza, giovane, sorridente,
dall’aspetto fiorente e modesto, comparve
fra i nostri: «Avanti, vengano, vengano sicuri!»
L’ufficiale che comandava, rimise la pistola nella fondina e salutò cavallerescamente chiedendo: «Signorina, si vedono gli austriaci dalla sua casa?» — «Sì, sì, si vedono, salga con me!» — e svelta essa lo precedette per le ampie scale d’una vecchia casa.
Da dietro alle persiane chiuse si scorgeva quasi sotto ai muri il torrente Ala; al di là, i vigneti e la villa, crepitanti di colpi. Delle palle si schiacciavano sulle pareti della casa.
Figlia di patrioti, educata alla religione segreta dell’Italia, la fanciulla non sentiva e non comprendeva il pericolo, tutta commossa dall’avverarsi del gran sogno. Rideva, e i suoi occhi azzurri sfavillavano di contentezza: «Signor ufficiale — esclamava — chiami i suoi soldati, vede, da qui può far battaglia!» — «No, signorina — rispose il capitano dopo aver bene osservato, — tirerebbero sulla casa e spezzerebbero tutto qui dentro; vorrei trovare una posizione più alta.» — «Sì, so io dove, mi segua, la conduco io!»
Dietro alla casa, degli orti minuscoli, aggrappati allo sperone roccioso del monte, si sovrastano l’un l’altro come pianerottoli verdi. E si vide una lunga fila grigia di soldati.