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124 tra le balze dell’adige


Dalla cima scese per i valloni ad affacciarsi sulla Val d’Adige. Le pattuglie calavano per i costoni e per le balze. Delle compagnie di rincalzo s’inoltravano dal sud. Il 2 maggio, l’avanzata risaliva il fondo della valle fino ad Ala.


Poche truppe: due battaglioni. Uno marciava alla destra dell’Adige, l’altro alla sinistra. Una batteria seguiva il battaglione di destra. Gli abitanti, quando vi narrano della comparsa delle truppe liberatrici, non vi dicono «gl’italiani arrivarono» ma «Cantore arrivò». Perchè videro lui prima di ogni altra cosa. Il generale era l’esploratore delle sue colonne. Improvvisamente, in un villaggio che gli austriaci avevano abbandonato poco prima, entrava un generale italiano, solo col suo capo di Stato Maggiore.

Giungeva per la strada maestra, tranquillamente. E questo ardire, pieno di un senso di eroico disdegno verso il nemico, colpiva profondamente l’immaginazione degli abitanti che aspettavano palpitando, la mente piena delle menzogne austriache, secondò le quali gl’italiani avrebbero messo tutto a ferro e a fuoco.

Cantore voleva vedere ogni cosa con i suoi occhi. Dove poteva celarsi un agguato, verso i possibili sbarramenti, dove il terreno si prestava ad una difesa avversaria, andava lui a guardare. Freddo, calmo, avanzava allo scoperto, e, scelto un buon punto d’osservazione, si as-