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agli uliveti del garda 115


Una spedizione assai più drammatica fu quella compita sul Ponale per interrompere l’impianto elettrico che fornisce energia a Riva, spedizione che fu annunziata con sei parole dal bollettino del 27 giugno.

Non fu per lasciare Riva al buio che venne compita quell’audacissima impresa, ma per estinguere i proiettori austriaci, che la forza elettrica del Ponale accendeva sul fronte fino a Rovereto, e per disarmare i reticolati fulminanti della loro micidiale possanza.

L’impianto elettrico aveva le sue prese idrauliche ad una chiusa del lago di Ledro, vicino a Molina, in fondo alla valle che le nostre posizioni avanzate ora sovrastano. L’acqua in pressione imboccava due enormi tubi accoppiati. Fra i nostri alpini si trovava un operaio che aveva lavorato all’impianto, e che si offrì per guidare la spedizione.

Partirono in cinque. I loro nomi erano stati tirati a sorte. Alla compagnia schierata il capitano aveva domandato cinque volontari, dopo avere spiegato i rischi dell’impresa; ma all’ordine di «chi vuole andare faccia un passo avanti» tutta la compagnia fece un passo avanti, con tanta regolarità di manovra che l’ufficiale credette di essere stato frainteso. «No, no — gridò — capitemi bene, quelli che si offrono escano dalle righe!» E la compagnia intera,