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agli uliveti del garda 111


dove speravano forse di potersi aprire un varco verso la Valcamonica e disturbare nelle retrovie le nostre operazioni del Tonale.

I loro sforzi, inutili sempre, sono stati però coraggiosi e intensi. Respinti, tornavano cercando altri passi, altri approcci. Durante quasi tutto il mese di luglio sui bollettini dello Stato Maggiore il nome della valle Daona si ripete. Il 6 luglio gli austriaci attaccano il passo di Campo, fra i contrafforti dell’Adamello. Non riescono, e provano più in basso, più al sud. Tre giorni dopo attaccano il valico di Malga Leno. Vi è nella loro azione come la ricerca affannosa di una apertura, o di una debolezza. Contro Malga Leno operano in forze, con artiglierie da montagna, dopo aver tentato di distogliere la nostra attenzione con un attacco minore, un poco più al sud, contro la cima Boazzolo, una lunga cresta rocciosa che sovrasta torreggiando il corso del Chiese. Il giorno dopo i combattimenti riprendono, ma le nostre punte avanzate hanno la solidità dei dirupi ai quali si aggrampano. Niente le smuove.

Il 28 luglio ci spingiamo all’occupazione del Lavanech, che domina la bassa valle Daona. Dall’altra parte della vallata, dal versante austriaco, le artiglierie tempestano la cima conquistata, e nella notte, dopo una lunga preparazione di medi calibri, la fanteria austriaca appoggiata da numerose mitragliatrici tenta l’as-