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104 | tra lo stelvio e il tonale |
sorta come per incantesimo. I tedeschi vantano
le loro nuove strade che seguono gli eserciti
nelle pianure polacche, ma che cosa sono quelle
facili arterie di fronte alla viabilità che
le nostre truppe creano, con una energia e
una possanza romane, sulle Alpi, tagliando le
rocce, aprendo fino alle vette il varco al transito
della guerra con una rapidità meravigliosa,
come il pioniere si apre il sentiero nella boscaglia? Vi sono nevai ai quali ora l’automobile
sale.
Sale per strade vertiginose che si attorcono su falde di monti, e corrono sul bordo di abissi. Da una parte la parete a picco, dall’altra la sterminata profondità della valle. L’automobile passa sopra una cornice, e va lentamente lanciando il suo lamentoso segnale di tromba. Non è senza un vago sgomento che lo sguardo piomba nella vallata, dove le città e i villaggi appaiono come visti dalla navicella di un pallone, sempre più lontani, una granulazione di tetti minuscoli presso un filo azzurro che è un torrente, e un filo bianco che è una strada. Si è a ottocento, poi mille, poi mille e cinquecento metri più in alto. Tutto appare schiacciato, annebbiato, immerso in un’ombra violastra, e nessun rumore sale da laggiù, se non uno scrosciare lontano ed eguale di acque.
Il passo del Tonale era quasi invisibile, ma sotto al cielo limpido e costellato s’indovinava la massa immane dei monti. Un chiarore vago,