Pagina:Luigi Barzini - Al fronte (maggio-ottobre 1915).djvu/120

92 tra lo stelvio e il tonale


Verso queste regioni, all’ultimo limite occidentale del nostro fronte, abbiamo iniziato la nostra visita al fronte.

Si vigila e si blocca, ma non si creda che questa guerra di sentinelle si svolga nell’immobilità. Per consolidare il possesso dei valichi bisogna occupare le posizioni dominanti. Si porta la lotta sempre più in alto. Sono scalale fantastiche verso il cielo, ascensioni notturne di creste turrite, sorprese, attacchi, e le fucilate echeggiano per i deserti glaciali delle vette. La guerra si assottiglia salendo: nelle pianure sono le grandi masse che operano, nelle vallate sono nuclei, nelle gole reparti, e sulle cime pattuglie. La battaglia diviene scaramuccia, e in alto in alto la guerra finisce in una caccia, fatta di sorprese e di agguati, al di sopra del mondo abitato, fra le nubi, sul bordo di abissi, entro un silenzio spaventoso.

Ogni sentiero, ogni passo, è il teatro di minuscole operazioni di guerra; ma sui due valichi principali, che permettono una maggiore concentrazione di forze, e il cui possesso ha un’importanza che pesa sullo svolgimento generale della guerra, l’azione si allarga. Sullo Stelvio e sul Tonale il combattimento di posizioni si è stabilito regolarmente, e sulle fanterie, trincerale fino ai nevai, passano i proiettili di artiglierie issate ad altezze favolose.

È avvicinandosi a Bormio che si ode la prima voce della guerra. Scende dallo Stelvio,