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18 agosto.
L’immenso saliente austriaco del Trentino che entra così dolorosamente nella terra italiana e s’incunea nelle nostre valli fino al lago di Garda, ha a nord-ovest un limite di vette smisurate. La frontiera, che s’innesta allo Stelvio, scende al sud serpeggiando sopra un candore di ghiacciai, finchè da sommità a sommità raggiunge i contrafforti e finisce fra il Garda e l’Idro a divorare le verdi pendici della Valle Toscolana, coperte di vigneti, dalle quali si domina la pianura bresciana.
Le vie di penetrazione, le vie dell’invasione capaci di un ampio movimento di masse corrono da nord a sud, lungo la Valle Giudicaria, lungo la valle del Garda, lungo la valle dell’Adige, ma il fianco occidentale è chiuso da un’immane barriera di alte cime che lasciano pochi e difficili varchi. Il nostro fronte comincia quindi, a ponente, sopra una tumultuosa distesa di creste, di ghiacciai, di nevai, in una maestosa tempesta di rocce. Sono le vette dell’Ortler, le vette del Cevedale, le vette dell’Adamello. Le zone di operazione si disten-