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una legge inesorabile a celare i suoi lineamenti. Maometto disarmò la donna velando la sua bellezza: le impedì di fare tanto male, ma anche di fare tanto bene.

La segregazione che trasformò la donna in una proprietà invisibile, in una cosa vile che ha un padrone, ha sottratto gli uomini ad una gentile e soave influenza, li ha privati di ogni raffinatezza di sentire, ha tolto loro il palpito della compassione, la dolcezza del perdono, lo slancio della gene rosità, il senso d’una bontà serena, tutti quei sentimenti che la donna insegna senza insegnare vivendo nella stessa vita dell’uomo, essa che è sempre pronta a chieder grazia per chi soffre.

Nulla è venuto a mitigare nel maschio carattere dell’arabo il fondo selvaggio del beduino. La civiltà araba è stata una civiltà dei sensi e della mente, ma il cuore non v’è entrato e non vi ha portato l’idea fondamentale d’una giustizia, idea che nasce soltanto dalla pietà.

E con la donna nascosta manca l’amore che fonde le genti e le razze, che fa un popolo solo degli abitanti d’una stessa regione, che allarga i vincoli di sangue e fa sorgere dalla tribù la nazione. Mai un marocchino d’una kabilia spo serà una donna di altra kabilia. Ad ogni passo qui ci si trova fra genti diverse ed ostili. Il popolo arabo è caduto perchè non s’è mai potuto unire. Nei tempi più floridi della loro esistenza, ogni città mora della Spagna era nemica delle altre, come oggi ogni tribù è nemica dell’altra. Questo popolo, diviso, s’è dilaniato, si è demolito, perchè non aveva imparato ad amare.

Le genti dell’Islam pagano aspramente col loro sangue e la loro pace la soppressione della donna.


I miei cavalieri Yesfi, scambiati i saluti, hanno caricato i loro fucili a pietra focaia — operazione che nessuno di noi potrebbe compire come loro cavalcando — e, ad un comando di Ben El-Hashmi, si sono abbandonati in mio onore all’ebbrezza della " fantasia „.

Gli arabi la chiamano laab el-barud, cioè " giuoco della polvere „. E un giuoco e nello stesso tempo una manovra