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― S’è fatta un po’ di calma — mi diceva a proposito della situazione a Laraishe, mentre prendevamo una lazza di the fuori della mia tenda. — Ma gli anni passati, ogni notte, era un concerto di fucilate. Alla mattina si trovavano dei cadaveri qui intorno. Non era allegro!

— E non hanno mai attaccata la sua casa?

— No. Vede là, dietro la casa, quella siepe? Là si formano le carovane dirette all’interno....

Infatti si scorgeva un movimento di uomini e di cammelli al di là della siepe indicatami.

— Ebbene — ha ripreso — quando il disordine si propagò in queste regioni, dei Gebala, montanari del Khlot, attraversavano il fiume di nottetempo, e venivano a derubare le carovane. Il governatore, per punirli, li escluse dai mercati. Essi si vendicarono prendendo a fucilate la città e continuando peggio che mai le loro razzie notturne. Mancavano soldati qui, perchè la guarnigione era stata ritirata per aggregarla alle spedizioni contro il Pretendente, e le carovane dovevano difendersi con le loro forze. Gli allarmi erano continui. I contadini abbandonavano le terre spingendo avanti a loro il bestiame, e si adunavano qui intorno. Disponevano un giro di sentinelle, le quali fucilavano tutta la notte; tiravano per precauzione. Era un inferno.

— Ed ora è tornato l’ordine?

— L’ordine no. E venuta la stanchezza. Il Governo è sempre senza autorità, ma la fame doma meglio degli eserciti. Tutta la ribellione ora consiste nel non pagare i tributi. Nella città però la tranquillità non è stata mai turbata. Le città sono presso a poco tutto quel che rimane, dell’Impero, sottomesso al Governo.

Mentre conversavamo, molti cittadini sono venuti dalla Bab El-Behar per trascorrere all’aperto l’ora del Moghrib. Prostrati sul prato hanno recitato devotamente la preghiera della sera, poi si sono seduti sgranando il rosario e guardando il paesaggio. Contemplare il tramonto è una delle faccende normali d’ogni marocchino ben nato; è un suo bisogno quotidiano, il pranzo della sua anima contemplativa. Alla sera, i punti più alti della città, si gremiscono di gente che aspetta immobile la scomparsa del sole.