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—55— dei passi miei e dei miei uomini; due di questi mi precede vano con le lanterne, e illuminavano ogni angolo, scrutavano il buio degli angiporti, quasi temessero un agguato fra quelle vecchie muraglie che hanno avuto il piede bagnato da tanto sangue. Ma Azila dormiva tranquillamente come una città per bene, e il rumore cupo e regolare del mare poteva prendersi benissimo per il russare di quel profondo ed onesto sonno. Io ho passato la notte accampato in un cortiletto mo resco dove filtrava la luna per archi a ferro di cavallo. E v'era tanta quiete che anche i soldati messi in sentinella alla porta dormivano sonoramente. Non erano trascorsi sette mesi da questa visita ad Azila, che la vecchia città subiva un nuovo assalto da parte delle popolazioni berbere del Khlot, un assalto più fortunato di quello condotto dal Raissuli poiché la città veniva presa, saccheggiata e bruciata in parte. Il governatore riusciva a fuggire e a raggiungere solo e seminudo Tangeri, [ma parte della guarnigione era massacrata; molti abitanti erano uccisi; molte donne rapite. Presso Azila.