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48 Ecco in poche parole cosa era questa sollevazione dei campagnoli del Khlot.
Su quasi tutto il Marocco è passata una simile bufera, che da lontano sembrava all’Europa una rivoluzione. Tali moti, rapidi, terribili, disordinati, nascono e muoiono senza rivelare una maggiore intelligenza direttiva di quella che rivelino le fiamme d’un incendio. Si spengono per mancanza di combustibile. Succede alla fine un disperato accasciamento, sul quale il condottiero più abile trionfa facilmente e afferma il suo dominio. Ed ecco a poco a poco rinascere intorno a lui, per generazione spontanea, un governo; egli è padrone, comanda ed è ubbidito, organizza la sua autorità, dispone della sua forza in modo da mantenere il suo potere e in fondo ciò equivale a mantenere l’ordine - condanna e punisce chi turba l’esercizio di questa podestà e ciò significa stabilire una legge e amministrare una giustizia. Il suo potere acquista tutto il prestigio d’una legalità.
Al Sultano non rimangono che due vie per ripristinare la sua autorità sui territori così governati: o debellare il nuovo capo, se ne ha la forza, e trattarlo da ribelle esponendo la sua testa (quando è reperibile), fra i merli della Bab elMahruk (la Porta del Bruciato) di Fez consacrata a quest’uso, oppure ringraziarlo dell’ordine ristabilito per suo merito, e riconoscere la sua potenza facendolo governatore. È così che il Raissuli è arrivato ad essere rappresentante della podestà sceriffiana nella provincia di Tangeri. Egli è stato il grande sollevatore e il dominatore dei moti del Khlot. E fu da Azila che prese lo slancio verso le alte vette del comando. Il Raissuli era in Azila uno di quei tranquilli borghesi marocchini che passano il loro tempo a conversare sul daIvanzale delle botteghe, che vestono un selham e un ksa di bianchezza immacolata, che calzano babbucce nuove, che camminano con gravità e sfilano perennemente fra le dita i grani d’un rosario d’ambra ripetendo a fior di labbra: Astaghfir Allah, Astaghfir Allah, Astaghfir Allah-" chiedo perdono a Dio, chiedo perdono a Dio... Era amico di tutti, e portava "° Digitized by Google