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AZILA ED AZILASCI.
Azila ha l’apparenza di un porto e d’una fortezza, ma da trecento anni non è più nè l’uno, nè l’altra. Le carovane non vi arrivano e le navi non vi si avvicinano; isolata dal mondo questa città dorme un lungo sonno come il castello della " Bella nel bosco „.
Essa si spinge nel mare quasi per isolarsi meglio, e battuta dai secoli e dalle tempeste si dissolve a poco a poco. Le torri ed i bastioni che la resero potente crollano. Dagli spalti diruti si affacciano ancora vecchie artiglierie rimaste al loro posto sugli affusti marciti, ma sopra queste antiche sentinelle di bronzo ormai cieche e mute si accumulano macerie.
Azila conserva le traccie d’un’origine europea. Le porte della fortezza, che sono le porte della città, e le finestre che ancora rimangono sulle mura diroccate del castello, hanno una sagoma nostrana d’una grazia quattrocentesca. Sopra una delle porte è incastrato uno stemma scolpito, dal quale il martello arabo non è riuscito a far sparire le armi di Braganza. Azila è stata infatti una piazza-forte portoghese. Ma